Sabato, 04 Giugno 2022 11:05

IL MINISTRO RENATO BRUNETTA "POSSIBILE CHE I SALARI NON CRESCONO" In evidenza

IL MINISTRO RENATO BRUNETTA "POSSIBILE CHE I SALARI NON CRESCONO"

"Sono un ottimista" così il Ministro Brunetta, vorrei vedere il nostro paese crescere salari e produttività.

Puntualizza il Ministro  per la pubblica amministrazione:"Non sopporto più i luoghi comuni, ho le strade piovono più semplici, quindi le grandi dimissioni, la gente non vuole andarsene. Allora mi attengo ai fatti, l'anno scorso in sei mesi scarsi ho fatto concorsi per assumere 45.000 dipendenti pubblici; per più di un milione e mezzo di candidati. Era stato tutto bloccato ho sbloccato semplificato digitalizzato non c'è più la carta e la penna nei concorsi pubblici, eh è una piccola rivoluzione, non c'è più la carta e la penna. Piacere o non piacere ma siamo entrati nella modernità. Bene i concorsi durano 100 giorni, dal bando alla graduatoria finale. Nel passato erano quattro anni, adesso un giovane può fare 1,2,3,4 concorsi uno dietro l'altro in parallelo, perché turbarsi se dopo averne fatto uno averlo vinto si dimette per prenderne un altro. Io sto studiando i numeri adesso, tra un po’uscirà una spiegazione anche su questo analitica. Viva Dio stiamo modernizzando anche la pubblica amministrazione abbiamo possibilità di scelta. Non attrae più il pubblico impiego, avrei dei dubbi da questo punto di vista perché? Lei sa quante ore si di cassa integrazione state nel settore pubblico durante la pandemia? centinaia di milioni, sa quante ore di cassa integrazione sono stati effettuati nel settore pubblico che conta 3.200.000 dipendenti,? c'è qualcuno che lo sa quante ore di cassa integrazione sono state fatte? Zero. Lo sapete e non ne faccio un'accusa eh, tutt'altro è una storia che è così, ma i dipendenti pubblici hanno una sorta di garanzia sul licenziamento, hanno una garanzia sulla cassa integrazione, hanno una garanzia direbbero gli economisti bravi sul controllo di produttività, nel senso che siccome eccedono ore è ovviamente uno lavora, ma non c'è qualcuno che lo controlla se lavora o lavora bene lavora male. Ecco nel settore privato se uno non lavora non lavora bene, dura tre giorni. Allora da questo punto di vista prendiamo atto della nostra storia, quando si dice - ma il lavoro pubblico è pagato poco - sì però anche condizioni di vantaggio. A me piacerebbe che lavoro pubblico lavoro privato, avessero stesse regole le stesse condizioni, la stessa trasparenza, lo stesso controllo di produttività, le stesse garanzie e la stessa mobilità dentro e fuori. Questo a me piacerebbe e per dire che certo c'è un problema di mismatch, ma io partirei dalla scuola, dal merito, dalla nostra cultura, da noi i professori universitari che forse non siamo stati abbastanza coraggiosi per cambiarla questa nostra università. La nostra università la regola e la computazione ancora, non è una trasparenza, la teniur la vita, quando vinci il concorso è a vita. Negli altri paesi la teniur è a termine e dvi continuare a studiare. Per questo dico cambiamo nel profondo questo nostro paese e abbiamo tutta la forza e le potenzialità per farlo per realizzarlo. Quella é la parte strutturale dopodiché se abbiamo un picco di inflazione e beh abbiamo gli strumenti per controllarlo, viva. Gli extraprofitti, magari che qualcuno protesta, ma gli extraprofitti delle aziende distributrici di energia, magari costruite meglio, magari presi meglio, eccetera, eccetera, perché un profitto è giustificato solo se c'è un investimento, se non c'era investimento e c'è un extra profitto c'è qualcosa che non va e quindi ragioniamoci su tutti assieme in maniera tale da dare una giusta redistribuzione. Perché non è possibile che paghino le famiglie o le imprese e che talune imprese per caso o perché c'è la guerra o perché c'è qualcuno che chiude i rubinetti, fanno extraprofitti. Ma questo in un paese ben regolato e consapevole della sua forza e della sua intelligenza, penso sia una cosa normale che nessuno se ne abbia a male, se si prevedevano gli extraprofitti non giustificati, per redistribuire, per compensare, per un po’ di tempo per un po’ di mesi”.

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